La perizia grafologica è lo studio comparativo tra uno o più scritti contestati e le scritture autografe del soggetto o dei soggetti sospettati di esserne gli autori.
Nel corso dei decenni, alla luce dell’esperienza e dell’evoluzione della grafologia forense, sono state elaborate delle metodologie peritali per stabilire la paternità degli scritti in verifica attraverso il rilievo di elementi di natura probatoria, altamente individualizzanti e personali quali i parametri del ritmo grafico, della pressione e del gesto fuggitivo. La verifica grafologica peritale sugli scritti analizza inoltre altri elementi di natura sostanziale quali i collegamenti, la dinamica dei tracciati grafici, la punteggiatura, gli ingombri spaziali, le pendenze, gli assetti sul rigo, ecc. al fine di giungere ad una conclusione di certezza o di probabilità attributiva.
Si impone però una precisazione, quella di stabilire la differenza che intercorre tra la grafologia tradizionale e la perizia grafologica. Una prima definizione che risponde ad hoc ai criteri di distinzione tra le due discipline che fanno parte della stessa scienza, è quella fornita dall’enciclopedia interattiva Wikipedia, la quale annota che: “…la grafologia si occupa della personalità del soggetto, mentre la perizia grafologica giudiziaria è una comparazione scientifica di segni grafici allo scopo di stabilirne giudizialmente l’autenticità e la riconducibilità all’autore…”.
Alla perizia grafologica si ricorre frequentemente in ambito giudiziario per stabilire l’autenticità, la contraffazione o la paternità di scritti quali firme, documenti, lettere anonime, testamenti olografi.
Le metodologie peritali di redazione di una perizia grafica traggono origine dalle teorie scientifiche delle varie scuole. Molto diffusa è la metodologia italiana di Girolamo Moretti ma larga applicazione trovano anche le metodologie francesi e quella marchesaniana, quest’ultima in particolare per i suoi studi statistici applicati alla grafometria.
E’ opportuno però sottolineare che chi si occupa di grafologia peritale applica una pluralità di metodi che talvolta confluiscono e si integrano uno con l’altro. Questo dipende dalla natura del quesito e dallo studio che deve essere condotto sui campioni di scrittura da verificare.
Nella sua fase iniziale l’analisi grafologica peritale prevede l’espletamento di una serie di esami preliminari sugli inchiostri, la carta e i supporti scrittori. Questi rilievi sono necessari al fine di escludere fin dal principio eventuali manomissioni e contraffazioni dovute a operazioni meccaniche, le quali possono invalidare l’efficacia di un atto pubblico o privato, di un testamento, di un contratto, ecc.
Gli esami strumentali possono far emergere eventuali contraffazioni e manomissioni dei documenti attraverso scolorinature, cancellazioni, abrasioni, collage o fotoritocchi con programmi di grafica al fine di riprodurre imitazioni per ricalco, per trasparenza, per interpolazione, trasposizione, cancellatura e ritocco ad hoc di parti scritte successivamente alla prima compilazione. Si può ad esempio stabilire se una scrittura è stata vergata con più attrezzi scrittori o in epoche diverse, le varie caratteristiche degli inchiostri e dei tipi di carte.
Ed ecco i vari tipi di consulenza grafologica giudiziaria:
Accertamenti su firme, testamenti olografi, lettere anonime, documenti manoscritti, contraffatti o alterati, Documentoscopia ed esami chimici di carte e inchiostri, Datazione di documenti manoscritti con esame chimico degli inchiostri, Sovrapponibilità dei tratti con olografia conoscopica, Rilevazione di solchi ciechi in scritture cancellate, Esami grafologici documentali con ultravioletto, infrarosso, luce radente, Scansione di documenti ad alta definizione, digitalizzazione macrofotografie e dettagli grafici da esibire in giudizio, Difese tecniche di parte attrice e convenuta, Perizie grafologiche documentali, Controdeduzioni a perizie d’ufficio, nonché partecipazione alle operazioni peritali presso il Consulente Tecnico di Ufficio.
Alcuni dettagli sui vari tipi di consulenza:
Parere pro-veritate: è un parere sintetico richiesto prima di intraprendere una azione legale in merito al disconoscimento di grafie su uno o più documenti; tale parere è utile per valutare se vi siano o meno i presupposti per adire alle vie legali.
Parere motivato: relazione tecnica più articolata che prevede una sintetica descrizione delle indagini svolte e le conclusioni peritali a cui è giunto il consulente esperto in grafologia giudiziaria, unitamente alle motivazioni tecniche, grafologiche o extragrafologiche a sostegno della tesi di autenticità o di apocrifia.
Consulenza tecnica grafologica: relazione redatta dal consulente tecnico che stabilisce la paternità di uno scritto contestato (firma, testamento olografo, lettera anonima, ecc.) attraverso il confronto fra le grafie in verifica e le comparative. Questa consulenza è corredata da dimostrazioni e illustrazioni a sostegno della conclusione di autenticità o di apocrifia a cui è giunto il consulente. E’ generalmente divisa in 5 parti:
1) Esposizione del quesito, descrizione del caso e della metodologia adottata nel corso dell’indagine peritale.
2) Rilievi strumentali e documentali (su carta, inchiostri, ecc.). Solo in presenza di documenti originali.
3) Esame e descrizione delle scritture in verifica e delle comparative.
4) Confronto tra scritture contestate e comparative.
5) Conclusioni peritali.